Realizzazione sito - Beppe Petrullo                                                                                                                                                                                                Fonte "Storia dell'Arte"

 
 

 

 

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Il Correggio
(1489 - 1534), fu tra i più grandi protagonisti della pittura italiana del Rinascimento.
Compì il suo apprendistato artistico a Mantova presso uno zio pittore, studiando nel frattempo le opere di Andrea Mantegna, Leonardo da Vinci e Giorgione in diverse città del Nord Italia. Decisivo fu il viaggio a Roma, il quale gli permise di avvicinarsi all'opera di Raffaello. Al ritorno dalla capitale dipinse, nel 1519 a Parma, gli affreschi della "Camera della Badessa", combinando la morbidezza delle linee e i sapienti accostamenti dei colori con il rigore e la complessità della composizione. Sempre a Parma, dal 1520 al 1524, Correggio lavorò agli affreschi della cupola della chiesa di San Giovanni Evangelista dove gli effetti di luce e la disposizione delle figure suggeriscono uno sfondamento della proiezione del prospetto. Il rapporto della profondità spaziale e del movimento raggiungono l'apice nella "Assunzione della Vergine" (1526-1530) della cupola del Duomo di Parma.
Negli ultimi anni, stabilitosi di nuovo a Correggio, dipinse opere straordinarie come: la "Madonna di San Gerolamo" (1527, Galleria Nazionale - Parma) e la "Adorazione dei pastori" (1530, Gemäldegalerie - Dresda), una scena notturna che è un raffinato esercizio di chiaroscuro e la serie di quadri, con scene mitologiche di raffinato erotismo, commissionati dal duca di Mantova come dono per Carlo V: "Giove e Io" (1532, Kunsthistorisches Museum - Vienna) e "Giove e Antiope" (1532, Louvre - Parigi).




Antonello da Messina (Messina 1430-1479). Svolse probabilmente il suo noviziato a Napoli presso Colantonio e fu uno dei primi, in Italia, a dipingere ad olio invece che a tempera. Nel 1456 era a Messina e a Venezia nel 1475 dove ottenne un finanziamento dalla Repubblica; fece altri viaggi, forse anche a Milano. Nel 1476 ritornò a Messina dove dipinse la sua ultima opera, la celebre "Vergine Annunziata" (1476 ca., Galleria Nazionale, Palazzo Abatellis Palermo), e vi rimase fino alla morte. Tra i dipinti del periodo che soggiornò a Venezia, e in cui si avvertono influenze fiamminghe, si citano alcune opere: "Crocifissioni" (1475, Museo di Anversa; 1475 o 1477, National Gallery, Londra) e la Pala di "San Cassiano" (1475-76, Kunsthistorisches Museum, Vienna; l’influsso dell’opera di Piero della Francesca è invece rintracciabile in dipinti successivi (le Annunziate, il Salvator Mundi), che rivelano una profonda conquista del senso dello spazio. Si ricordano, inoltre, il "Polittico di san Gregorio" (1473, Museo di Messina), "Ecce Homo" (1474, Metropolitan Museum of Art, New York), "Il condottiero" (1475, Louvre, Parigi) e " Madonna col Bambino" (National Gallery di Washington).

 


Bergognone
(Fossano, Cuneo 1451 ca. - Milano 1523 ca.).Soprannome di Ambrogio da Fossano. La sua arte aveva profonde radici nella cultura lombarda. Probabilmente fu allievo di Foppa e firmò, come prima opera, la "Crocifissione" (1490, Certosa di Pavia), eseguita per i monaci certosini. Tra le opere successive: la grande pala con la Madonna e santi (1490 ca., Chiesa Collegiata, Arona), un quadro di piccole dimensioni della "Madonna del latte" (Accademia Carrara, Bergamo); tali opere esprimevano l'armonia totale che caratterizzò tutta la sua produzione. Nella prima pala le figure e la composizione sono ancora rigide, ma l'attenzione alla luce è già determinante anche in particolari decorativi come il tappeto, disegnato con minuzia fiamminga. "La Madonna del latte", invece, che per precisione e raffinatezza fa pensare a Leonardo, è completata da un magnifico scorcio di un tipico paesaggio lombardo. Dopo essere stato a Lodi, il Bergognone dipinse il "Cristo portacroce" (1501, National Gallery, Londra) e "l'Incoronazione della Vergine" (1508 ca., San Simpliciano, Milano). Fu questo il periodo in cui il suo stile divenne ancora più descrittivo e vivace, ricco di particolari narrativi. La sua ultima opera documentata fu la "Assunzione della Vergine" (1522, Pinacoteca di Brera, Milano).



Bramante (Monte Asdrualdo, Urbino 1444 - Roma 1514). Pseudonimo di Donato di Pascuccio d'Antonio, architetto italiano, considerato, insieme a Michelangelo e a Raffaello, una delle maggiori personalità artistiche del Rinascimento italiano. Coniugando gli ideali formali dell'antichità classica con quelli dell'arte cristiana, attinse a una grandiosità scultorea ed espressiva che aprì la strada al più elaborato stile barocco del secolo seguente.
Bramante compì la sua formazione artistica come pittore; i primi lavori di cui si abbia notizia sono degli affreschi con immagini di filosofi, che eseguì nel 1477 nel Palazzo del Podestà di Bergamo. Tra le altre opere eseguite da Bramante possiamo ammirare l'abside di Santa Maria delle Grazie (Milano, 1492-1495 ca.) e il tempietto di San Pietro in Montorio (1502). I due progetti più importanti del Bramante, che segnarono gli anni di maggiore creatività, furono quelli (non compiuti) per la riedificazione della basilica di San Pietro e dei Palazzi Vaticani.

 

Bramantino (Milano 1465 - 1530). Pseudonimo di Bartolomeo Suardi, pittore e architetto italiano fu allievo del Bramante, da cui trasse il soprannome. Attivo dal 1503 all’opera del duomo di Milano e per la famiglia Trivulzio, nel 1525 fu nominato da Francesco II architectum et pictorem nostrum, familiarem et curialem. Le scarse testimonianze cronologiche della sua opera rendono difficile stabilire con precisione le tappe del suo percorso. Nel 1508 si recò a Roma, dove studiò i monumenti antichi e lavorò ad affreschi (perduti) nelle Stanze vaticane. con ogni probabilità poté ammirare "La scuola di Atene" di Raffaello, come si deduce dalla precisa struttura architettonica dei suoi dipinti. Tra le sue opere si ricordano "la Natività" e l'affresco della Pietà trasportato su tela (entrambe del 1490 ca., Pinacoteca Ambrosiana, Milano), "l'Adorazione dei Magi" (1510 - National Gallery, Londra), "la Crocifissione" (1520 - Pinacoteca di Brera, Milano). La sua pittura, influenzata in particolare dalla maniera di Mantegna e di Ercole de' Roberti, di forte effetto scenografico e dai toni drammatici. Per gli Sforza, il Bramantino svolse incarichi sia di ingegneria militare sia di architettura. L'unico suo edificio rimasto è la cappella di Gian Giacomo Trivulzio (1519 - San Nazzaro, Milano), a pianta centrale.